Abbandonati gli scenari distopici raccontati nei libri di Philip K. Dick e visti in film come Matrix, in cui le “macchine” raggiungevano la singolarità tecnologica soggiogando la razza umana, la società attuale deve affrontare preoccupazioni ben diverse sul tema delle nuove tecnologie, in particolare sull’Automazione e sull’Intelligenza Artificiale (AI) e il loro impatto sul lavoro.
Il tema degli effetti sull’occupazione suscita dibattiti accesi tra chi, da un lato, prospetta un futuro catastrofico con la perdita di migliaia di posti di lavoro e chi, sul versante opposto, minimizza questo aspetto ricordando che, in fondo, tutte le rivoluzioni hanno portato alla scomparsa di alcuni tipi di lavori per crearne di altri.
Tutti coloro che sono eccessivamente ottimisti verso le attuali innovazioni o tutti coloro che sono troppo pessimisti sulla sostituzione di decine e decine di milioni di posti di lavoro, tendono quasi sempre ad ignorare le sconfortanti realtà macroeconomiche del mondo attuale. (Erixon-Weigel)
Una cosa è certa: l'Automazione e l'AI stanno trasformando le imprese, consentendo a queste di ridurre il costo del lavoro e di liberare tempo uomo da attività a basso valore per svolgere attività a valore aggiunto, di incrementare le capacità di analisi e previsione, e quindi di contribuire alla crescita economica attraverso l’aumento della produttività ed alla capacità di affrontare sfide sociali che vanno dalla salute al cambiamento climatico.
Ma quale sarà realmente il loro impatto nel mondo del lavoro?
Gli studi svolti da alcuni tra i più famosi istituti di ricerca (Forrester, McKinsey, ecc.) concorrono nell’affermare che queste tecnologie trasformeranno la natura del lavoro e il luogo di lavoro stesso. Le macchine saranno in grado di svolgere un numero maggiore di compiti rispetto agli esseri umani, di completare in tempi più brevi e con un margine di errore minimo alcuni lavori, e persino di eseguire compiti che vanno al di là di ciò che gli esseri umani possono fare. Come risultato, alcune occupazioni diminuiranno, altre cresceranno e molte altre cambieranno.
Le aziende che adotteranno un modello collaborativo tra uomo e macchina hanno davanti a sé un futuro fatto di crescita, di competitività e produttività.
Ma la previsione è più che ottimistica: entro il 2030 potremmo assistere all’aumento della domanda di lavoro, come diretta conseguenza della crescita economica legata al dinamismo delle imprese che hanno adottato nuove tecnologie e al conseguente aumento della produttività. Una buona parte della forza lavoro cambierà la propria occupazione, passando da occupazioni in declino a occupazioni in crescita e, in alcuni casi, a nuove occupazioni. Questo perché alcuni lavori saranno completamente automatizzati mentre emergeranno molte altre nuove occupazioni che attualmente non possiamo immaginare.

Nonostante la quantità di lavoro che ci si aspetta e che sarà tale da garantire la piena occupazione entro il 2030, è necessario tener conto della fase transitoria che accompagnerà l’adozione, da parte delle imprese, dell’Automazione e dell’AI; in questa fase i lavoratori dovranno acquisire nuove competenze e adattarsi a macchine sempre più performanti.
Si prospettano grosse interruzioni del lavoro. Il mix di professioni cambierà, così come le competenze e i requisiti formativi. Sarà necessario riprogettare il lavoro per garantire che gli esseri umani lavorino al fianco delle macchine in modo più efficiente ed efficace.
L'Automazione accelererà il cambiamento delle competenze esistenti mentre crescerà rapidamente la domanda di nuove; non saranno solo competenze tecnologiche avanzate (come la programmazione) ma anche competenze sociali, emotive e cognitive più elevate (come la creatività, il pensiero critico e l'elaborazione complessa delle informazioni).
Nel prossimo futuro il mercato del lavoro necessiterà di risorse altamente adattabili e autonome, con capacità organizzative e che sappiano lavorare in squadra, risolvere problemi complessi e coordinare informazioni provenienti da diverse fonti, abilità queste ritenute fondamentali per garantire la complementarità tra l’intelligenza artificiale e quella umana.
But it’s also important to recognize that hard-to-measure skills like creativity and unstructured problem solving are increasingly important as machines handle more routine work. (Brynjolfsson-McAfee)
Resta evidente che, affinché la società possa accettare una sfida di questa portata, è necessario che vengano risolte alcune questioni critiche, questioni che riguardano le scelte della classe politica, delle aziende e degli individui stessi.
Sarà necessario promuovere soprattutto il dinamismo delle imprese. La spinta imprenditoriale ed un rapido sviluppo di nuove realtà stimoleranno sia la creazione di posti di lavoro che la produttività. Per accelerare il tasso di crescita, la competitività di grandi e piccole imprese e lo sviluppo di nuove, occorreranno normative più semplici che puntano all’innovazione, oltre ad incentivi fiscali e non solo.
Prevedendo le opportune agevolazioni, anche la classe politica potrà quindi incoraggiare le imprese ad investire nel capitale umano, attraverso la formazione e la crescita salariale.
Alla luce di quanto esaminato, un’ultima riflessione è doverosa: se da una parte sembra chiaro che si coglieranno i benefici prodotti da queste tecnologie in rapida evoluzione, dall’altra sarà necessario proteggerci attivamente dai rischi che queste possono comportare, rischi che riguardano la sicurezza dei dati, la privacy e l'uso dannoso di queste tecnologie.
Il futuro del lavoro è nelle nostre mani e l’intelligenza artificiale è solo l’ultimo anello di una lunga catena di straordinari sviluppi concepiti e realizzati dall’uomo. Solo prendendo ora le decisioni giuste in ambito politico e imprenditoriale riusciremo a estendere a tutti gli interessati i potenziali benefici di questa nuova ondata di innovazione.(Marco Comastri)
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